16 giugno ore 19 | Parco di Villa Nappi

concept / coreografia Myrto Krasaki, Veronica Vagnoni
performer Veronica Vagnoni, Andrea Dell’Olio, Myrto Krasaki

Leonia, come le altre città “invisibili” di Calvino è una città-simbolo di qualcos’altro: un mondo squilibrato preda di una schizofrenia consumistica che consuma e spreca molto più di ciò di cui ha davvero bisogno. Con un procedimento narrativo noto e utilizzato in più occasioni Italo Calvino parte da una realtà immaginaria quasi surreale, per cogliere, in maniera esagerata e paradossale ma efficace, un problema concreto che riguarda da vicino la società in cui viviamo. Ogni giorno gli abitanti di Leonia gettano via le cose vecchie e le sostituiscono con cose nuove. La conseguenza di un tale comportamento è una montagna di rifiuti che rischia di sommergere la città.
Inspirate dal testo di Italo Calvino abbiamo iniziato la ricerca per creare una coreografia che rappresentasse gli effetti che hanno provocato il capitalismo e la globalizzazione nel mondo e nella società in cui ci troviamo oggi.
Siamo sempre più veloci, concentrati sul produrre e consumare in modo eccessivo, sfruttando anche il genere umano. Quest’ultimo arriva addirittura a diventare una macchina per la sovraproduzione.

Abbiamo iniziato la nostra ricerca esplorando questi tre stati: Competizione, Compulsione e Produttività.

Veronica Vagnoni ha iniziato a studiare danza all’età di soli 5 anni.
Approfondisce i suoi studi presso il Liceo Coreutico dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma.
Si specializza come danzatrice contemporanea presso la Scuola Internazionale di Danza Contemporanea di Iwanson a Monaco. Durante questo periodo studia con insegnanti e coreografi di fama internazionale inizia a lavorare come danzatrice, insegnante e coreografa. Crea il suo primo assolo cyborg presentato nel Blackbox del teatro Gasteig.
Dopo la creazione del progetto (h)eart(h), si trasferisce in Portogallo per iniziare un altro percorso nella Companhia Instàvel con Faicc. In seguito, torna in Italia per portare in scena il risultato di due residenze artistiche al festival “Ritratti d’artista” di Ascoli Piceno. L’anno successivo è invitata come artista ospite ad aprire lo stesso festival.
Nel frattempo realizza il solo privata a “Parole in danza-io donna” di Modena.
Nata ad Atene, Myrto ha studiato architettura e danza in Germania, Spagna e Portogallo. Avendo sperimentato vari modi di muoversi in luoghi diversi e con tutori e artisti diversi, la sua pratica di danza si concentra sulla creazione attraverso una costante ricerca dell’improvvisazione, dei modelli di movimento quotidiano e della relazione tra corpo e spazio.
Il suo background nella teoria e nella pratica dell’architettura espande i suoi strumenti creativi nel campo della teoria dello spazio, della sociologia e della ricerca filosofica. È interessata a comporre opere d’arte basate sulla multidisciplinarietà e sulla collaborazione internazionale con artisti di vari ambiti, commentando e analizzando i comportamenti e i modelli sociali attraverso il movimento, utilizzando riferimenti alla filosofia, alla teoria urbana e all’architettura. Nel corso della sua formazione si è laureata con un Master in architettura, ha frequentato seminari di fotografia, video-danza, architettura performativa e ha recentemente completato il FAICC (Corso Avanzato di Interpretazione e Coreografia) curato dalla Companhia Instavel di Porto, Portogallo. Lo spazio, la natura, l’ambiente sociale e politico sono le sue ispirazioni e il corpo lo strumento principale per esplorarli e sperimentarli.