Il regista e attore Ruggero Franceschini torna a Villa Nappi dal 13 al 20 dicembre per lavorare, con la sua compagnia, allo sviluppo del nuovo progetto artistico L.P. BLACKSTRIKE.

La residenza si inserisce all’interno del Progetto Residenze 2022 di Inteatro, nell’ambito del Centro di Residenze R.A.M., in collaborazione con AMAT e Teatri di Civitanova.
Forse conoscete il paradosso della scimmia instancabile: un’ipotetica scimmia che, se lasciata sola a digitare su un computer per 100.000 anni, alla fine produrrà̀ molto probabilmente una copia esatta del testo dell’Inferno di Dante. Seguendo questo paradosso, un’Intelligenza Artificiale con sufficiente potenza di calcolo sarebbe in grado di creazione artistica, ma il paradosso non spiega se la scimmia (o l’IA) sarebbe consapevole o meno del suo atto di creazione.
La quantità̀, oltre un certo limite, genera qualità̀? C’è qualcosa di specifico nell’essere umano che un’intelligenza artificiale non può̀ assimilare e imitare, o è solo una questione di potenza di calcolo? Che spazio ci sarà̀ per gli artisti umani nel prossimo futuro dove le IA saranno capaci di poesia (ποιησις, da ποιεω = produrre, fare, creare)? Infine, perché́ questa prospettiva tende istintivamente a spaventarci?
In questo progetto cercheremo di includere l’intelligenza artificiale (AI) in un processo creativo teatrale. Inizieremo utilizzando il supporto di uno dei modelli di transformer linguistico più̀ potenti creati finora. Un transformer è un’intelligenza artificiale che crea testo con o senza input: il testo prodotto può̀ essere più̀ o meno fantasioso, poetico, noioso, ma non casuale: viene costruito mettendo insieme tutte le informazioni disponibili nel web, che potrebbero essere considerate un fedele riassunto di tutti i nostri archetipi umani o subconsci. Nel nostro caso il transformer si chiama Megatron 11-b, (citazione dell’omonima serie giapponese) e utilizza 11 miliardi di parametri: ha raggiunto popolarità̀ grazie a siti che forniscono la potenza di calcolo richiesta per utilizzarlo.
Quindi, abbiamo a nostra disposizione una “scimmia instancabile” che può̀ creare testo con semplici input. Possiamo inserire testi classici, o parole casuali, creare personaggi o storie. Ma possiamo davvero impegnarci in un vero processo creativo con questa scimmia?
Il progetto mette in discussione la categoria di paternità̀ di un’opera. Mi interessa smantellare lo stereotipo dell’autore/artista geniale: per me, come scrive Claire Bishop in “Artificial Hells”: “l’artista è concepito non tanto come produttore individuale di oggetti discreti quanto come collaboratore e produttore di situazioni; l’opera d’arte come prodotto finito, trasportabile, mercificabile viene ripensata come un progetto in corso o a lungo termine […] mentre il pubblico, precedentemente concepito come ‘spettatore’ o ‘osservatore’, viene ora riposizionato come co-produttore o partecipante”.

Ruggero Franceschini, 1992. Dopo il diploma al Piccolo Teatro (2014), lavora come attore in teatro con Luca Ronconi, Declan Donnellan, Federico Tiezzi, Giorgio Sangati, Rajeev Badhan, e al cinema con Pappi Corsicato. Dopo la laurea in Performance Design and Practice alla Central Saint Martins (2019) cura regie in teatro (Telenovela / 2022, in collaborazione con Francesca Merli e Davide Strava, produzione Teatro Stabile del Veneto; Walkabout / 2022, produzione Malte Teatro) e nello spazio pubblico (M.A.P. / 2022, in collaborazione con Zelda Soussan, produzione LUIT con partners in Francia, Belgio e Italia).