Bartali all’inferno
Sergio Pierattini
12 luglio ore 20 e 13 luglio ore 21 Cortile di Villa Nappi – primo studio
di Sergio Pierattini
con Massimo Reale, Lorenzo Frediani, Camilla Diana
regia Manuela Mandracchia
organizzazione generale e distribuzione Lia Zinno
produzione Associazione Culturale “Spazi d’Arte” in collaborazione con Museo del Cicilismo Gino Bartali
Gino Bartali è stato uno dei più grandi campioni del ciclismo italiano. Il suo palma res si fregia di innumerevoli vittorie nelle gare più importanti tra le quali ben tre Giri d’Italia (1936,1937, 1946) e due Tour de France (1938, 1948).
La figura del ciclista toscano si distingue, però, non solo nel panorama sportivo ma anche nell’attività di Resistenza al nazifascismo e nell’aiuto ai cittadini di religione ebraica in fuga dalla barbarie della deportazione.
Per questi suoi meriti, nel 2013, Gino Bartali è stato dichiarato dallo Yad Vashem, Ente Nazionale per la Memoria della Shoah, “Giusto tra le nazioni” e, nel 2006, gli è stata concessa dall’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi la Medaglia d’oro al merito civile alla memoria.
Lo spettacolo “Bartali all’Inferno”, di cui questa lettura drammatizzata è uno dei primi step realizzativi, intende raccontare il coraggio civico e l’eroismo di Gino in modo che non vada perduta la memoria di chi volle lottare, vincendo, per la libertà e la giustizia.
Nel 1943 Bartali, fingendo di allenarsi tra l’Umbria e la Toscana, trasportava nascosti sotto il sellino della sua bicicletta carte di identità contraffatte da far arrivare a famiglie ebree che tentavano di sfuggire ai treni piombati.
Questa frenetica e immotivata attività agonistica, durante la guerra le gare ciclistiche erano sospese, finì per insospettire le spie fasciste, che non capivano cosa facesse Gino Bartali ma che avevano intercettato un biglietto in cui il ciclista veniva ringraziato dal Vaticano “per tutto quello che lei ha fatto a favore della nostra causa”.
Così l’atleta fu convocato alla famigerata “Villa Triste”, e sottoposto a interrogatorio dal feroce Mario Carità, capo di una banda di assassini fascisti che cercava di stroncare le attività partigiane.
Prigioniero nelle cantine della villa, chiamata “Triste” per via delle urla degli antifascisti torturati che giungevano all’esterno, Gino Bartali dovette difendere il segreto della propria attività resistendo a lusinghe, minacce e pressioni di ogni genere
Da questo episodio realmente accaduto prende spunto la pièce teatrale scritta da Sergio Pierattini che ripercorre il drammatico confronto tra il repubblichino Carità e l’eroe in bicicletta.
Uno scontro epico tra due visioni del mondo e dell’uomo, una lotta che mette in campo i temi esplorati dalla tragedia greca dove i personaggi sono “valori incarnati” che si fronteggiano e si combattono. Dove il prevalere dell’uno o dell’altro può cambiare la storia del mondo.