IL TEATRO DELLA BIOSPHERA | Energia / Utopia

Fantasia e creatività per riflettere sugli sprechi energetici.
Energia / Utopia è la terza azione teatrale ad essere ospitata nel Teatro della Biosphera, una semisfera trasparente capace di contenere fino a 40 spettatori che, con l’ausilio di tecnologie audio e video, crea una sorta di micromondo: una serra ma anche un teatro, ambientazione ideale per affrontare le tematiche ambientali.

“Quale traccia vogliamo lasciare su questo pianeta?
Io vorrei lasciare un’impronta leggera….”

Il teatro della Biosphera ha ospitato la questione della biodiversità La pelle del Pianeta e delle risorse idriche Biosphera d’Acqua; nel suo terzo capitolo, Energia / Utopia, il Teatro della Biosphera parla di energia. Energia prodotta – da centrali termiche, idroelettriche, nucleari, biomasse, eoliche, fotovoltaiche – ed energia consumata, da veicoli, case, fabbriche, elettrodomestici, per l’illuminazione e per il divertimento.
Il pubblico viene coinvolto attraverso la progettazione di invenzioni fantastiche a basso impatto ambientale: l’automobile ad aria compressa, il frullatore a dinamo, il televisore fotovoltaico in tessuto a cristalli liquidi, da mettere in valigia come un asciugamano. Il tema dell’energia viene giocato con sculture, oggetti ed elementi simbolici, in grado di porre l’attenzione sulle variabili possibili che riguardano ciascuno di noi in rapporto alla comunità e alla proprie scelte.
Al termine dell’azione teatrale gli spettatori potranno inoltre calcolare la propria impronta ecologica.

Esigenze tecniche dello spettacolo:
Il Teatro della Biosphera può contenere circa 40 spettatori per ogni replica; spazio necessario 12 m larghezza, 12 m profondità e 6 m di altezza, oscurabile ed isolato acusticamente (altri accorgimenti tecnici verranno dettagliati al momento del contatto).

L’impronta ecologica:
il nostro peso sulla Terra

Siamo abituati a considerare la Terra come una miniera a cui attingere per i nostri bisogni. Prendiamo cibo, acqua, minerali, energia che sono il suo capitale natura, e lasciamo rifiuti, scorie, acque putride ed emissioni industriali da traffico e riscaldamento: questa è l’impronta che lasciamo sulla Terra al nostro passaggio.

Per tenere sotto controllo il progresso e le sue conseguenza, in vista del raggiungimento di un’economia realmente “sostenibile” rispetto alle capacità rigenerative ed assimilative dei sistemi naturali, è necessario essere in grado di definire e, ancor meglio, di misurare i vari aspetti della sostenibilità: i limiti che ci impone la natura, il nostro impatto su di essa e la nostra “qualità” di vita.
L’impronta ecologica è un metodo semplice e divertente per misurare quanta parte di Terra serve a ciascuno di noi per soddisfare i propri bisogni e smaltire i propri rifiuti. Elaborato a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta dall’ecologo William Rees (British Columbia University del Canada) e dai suoi collaboratori, il metodo è stato sottoposto a continui affinamenti per migliorarne l’efficacia. Il suo obiettivo è di capovolgere la visione tradizionale dell’ecologia: invece di chiedersi “quante persone può sopportare la Terra?” il metodo dell’impronta si chiede “quanta terra ciascuna persona richiede per essere “supportata”?” Diventa cruciale pertanto non solo valutare il numero delle persone ma anche le tipologie di produzione, le tecnologie utilizzate e i modelli di consumo.

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Imagination and creativity to reflect on energy waste

Energia / Utopia is the third theatrical action to be housed in the Theatre Biosphera, a transparent globe that can hold up to 40 spectators who, with the help of audio and video technology, creates a sort of microcosm: a greenhouse but also a theater, an ideal setting to face the environmental issues.

“What kind of traces do we want  to leave on this planet?

I would like to leave a light footprint …. “

The Biosphera Theater has hosted the issue of biodiversity with the show La pelle del Pianeta (The skin of the planet) and the water resources with Biosphera d’Acqua (Water Biosphera); in his third chapter, Energy / Utopia, the Theatre of Biosphera talks about energy. Energy produced – from power stations, hydroelectric, nuclear, biomass, wind, solar – and energy consumed by vehicles, houses, factories, appliances, for lighting and entertainment.

The public is involved through the design of fantastic inventions with low environmental impact: the air car, the blender dynamo, the photovoltaic LCD TV, that can be packed like a towel. The issue of energy is played with sculptures, objects and symbolic elements, to focus attention on the possible variables that affect each of us in relation to community and their choices.

At the end of the performance audience will be able to calculate its own ecological footprint.

Technical requirements:

The Biosphera Theater can hold about 40 spectators for each replica; necessary space 12 m wide, 12 m deep and 6 m high, darkened and soundproof (other technical will be detailed at the time of contact).

THE ECOLOGICAL FOOTPRINT:

OUR WEIGHT ON EARTH

We used to consider the Earth as a mine from which to draw for our needs. We take food, water, minerals, energy which are its natural capital, and we leave waste, slag, putrid water and industrial emissions from traffic and heating: this is the footprint we leave on Earth as we passed.

In order to monitor progress and its result, in view of the achievement of a really “sustainable” economy for the planet, you must be able to define and, even better, measure the various aspects of sustainability: the limits requires us to nature, our impact on it and our “quality” of life.

The ecological footprint is an easy and fun way to measure how much space is used on Earth from each of us to meet our needs and dispose of their waste. Developed at riding between the eighties and nineties by the ecologist William Rees (University of British Columbia in Canada) and his collaborators, the method has been subjected to continuous updates to improve its effectiveness. Its objective is to overturn the traditional view of ecology: instead of asking “how many people the Earth can support?” the ecological footprint method asks “how much land each person requires to be “supported”?” It becomes therefore crucial not only assess the number of people but also the types of production, the technologies used and consumption patterns.

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