MACBETH – Time eats everything

Da William Shakespeare
Regia Lorenzo Frediani
Con Ludovico Fededegni, Petra Valentini, Roberto Caccioppoli, Edoardo Sorgente, e due attori in via di definizione.
Musicisti/attori Tano Mongelli e Carlo Amleto Giammusso della band “Tano e l’ora d’aria”

L’opera

“Il mio pensiero scuote in tal modo la mia struttura umana
Che ogni attività è soffocata dall’immaginazione
E nulla è, per me, tranne ciò che non è.”

(Macbeth, Atto I)

Crediamo che Macbeth sia un’opera politica anomala.

La sua particolarità è che, diversamente dagli altri drammi politici, qui Shakespeare ci racconta tutto come un grande incubo del protagonista.
Rende il contesto estremamente semplice: ambienta la vicenda in una Scozia di mille anni fa, che simboleggia un’idea di “stato” archetipica; riduce all’osso le dinamiche di palazzo; e sposta la lente di ingrandimento da ciò che il Potere fa, a ciò che il Potere immagina.
Tutti gli accadimenti politici sono in stretta relazione con l’immaginazione.
Macbeth è un grande eroe, è un uomo al servizio del suo Re e del suo paese, e soprattutto è un uomo amato. Da tutti. È felice.
Finché non ha una visione: vede sé stesso Re. E da lì, decide di far accadere la visione.
Da quel momento comincia un conflitto sempre crescente tra ciò che il protagonista sta vivendo e ciò che il protagonista sta immaginando (La stirpe di Banquo Re, Le streghe, Il pugnale, Lo spettro, Il Bosco che cammina).
Il tiranno scivola sempre più in territori della mente che lo distaccano dalla realtà, e tutte le sue attività sono, appunto, soffocate dall’immaginazione.
Tutto in quest’opera è generato da quest’ultima: Il colpo di stato di Macbeth, la sequenza di efferati delitti, la rivoluzione finale di Malcolm e Macduff sono mossi dalla capacità che questi personaggi hanno di immaginare una realtà diversa da quella in cui vivono: un paese che nelle loro menti è migliore.
Le domande che sorgono sono: Che rapporto c’è tra un atto politico e l’immaginazione? Quanto la possibilità di una svolta rivoluzionaria (morale o dannosa che sia) è legata alla facoltà immaginifica, creativa di un individuo o di un intero popolo? E di conseguenza, quanto una crisi di valori politici, e quindi di azioni, può essere risollevata attraverso un processo immaginativo?
“Il drammaturgo conferisce a Macbeth un’immaginazione tanto fervida da assomigliare a quella dello stesso Shakespeare. Nessun altro dramma di questo autore ci immerge in una simile fantasmagoria. L’opera dipende dall’orrore delle fantasticherie del protagonista.”

(H.Bloom, “Shakespeare, l’invenzione dell’uomo”)

Macbeth è la tragedia politica dell’immaginazione. 

BIOGRAFIE

Lorenzo Frediani
Nasce a Grosseto. Nel 2014 si diploma alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e prosegue la formazione presso il Centro Teatrale Santa Cristina. Nel 2015 è allievo del maestro Peter Stein. Negli anni 2016-2017 lavora in varie produzioni del Teatro di Roma-Teatro Nazionale, tra le quali: “Candide” di Fabrizio Arcuri, “Forme” di Riccardo Caporossi, “Il viaggio di Enea” di Emanuela Giordano.
Lavora allo spettacolo “La prigione” di Raffaele Esposito, prodotto da Fondazione TeatroDue, e in “Dieci Storie proprio così”, di E.Giordano, produzione Piccolo Teatro di Milano.
Collabora attualmente con la compagnia Lacasadargilla-Lisa Ferlazzo Natoli.
Nel 2018 interpreta Kostjia ne “Il Gabbiano”, regia di G.Nanni, ripresa da M.Kustermann, produzione Teatro Vascello di Roma.

Ludovico Fededegni
Nasce a Fiesole. Costretto dalla madre ad avvicinarsi al teatro, se ne innamora in breve tempo grazie ai laboratori organizzati nel territorio dall’Associazione Magamagò. A 19 anni incontra Alessandra Niccolini con la quale studia approfonditamente il metodo Mimico di Orazio Costa per i 4 anni successivi. Nel 2012 viene ammesso al corso Attori della Paolo Grassi. Prima dell’approdo milanese, grazie alla collaborazione col teatro di Rifredi e con Angelo Savelli in particolare, vince il premio “Il Fiorentino” come migliore attore protagonista nello spettacolo “Rumors” di Neil Simon. Durante la formazione studia con insegnanti quali Maccieri, Boeke, Schimdt e Consagra. Dopo il diploma prosegue gli studi a Modena con il progetto di alta formazione curato da Antonio Latella che porterà tutto il cast a vincere il premio Ubu come migliore attore under 35 con lo spettacolo “Santa Estasi, Atridi: otto ritratti di famiglia”. Da sempre affianca all’amore per il teatro una grande passione musicale che gli concede una discreta conoscenza di pianoforte
e chitarra.

Petra Valentini
Nata ad Ancona, si diploma attrice nel 2014 alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Nello stesso anno partecipa allo spettacolo La stanza là in alto, adattamento di Ero in casa e aspettavo che arrivasse la pioggia di Jean-Luc Lagarce, con la regia di Renata Palminiello, all’interno del Cantiere Moline di Emilia Romagna Fondazione Teatro.
Nel 2015 prende parte al progetto Ramayana di Fattore K, regia di Roberto Rustioni, e a Decameron, regia di Maurizio Schmidt, prodotto da Farneto Teatro. Prende parte a varie produzioni del Piccolo Teatro di Milano: Divine parole, di Ramon Maria del Valle-Inclan, regia di D. Michieletto, Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello, regia di F. Tiezzi, e, nel 2017, Elvira, di B.Jaques, regia di Toni Servillo.
Nello stesso anno partecipa al progetto Glob(e)al Shakespeare del Teatro Bellini di Napoli facendo parte del cast di Racconto d’inverno, con la regia di Francesco Saponaro, e riceve la candidatura come Migliore Attrice Esordiente alle Maschere del Teatro Italiano e
al Premio Virginia Reiter.
Nel 2017 è allieva del corso Dentro la scuola d’estate presso il Centro Teatrale Santa Cristina.

Roberto Caccioppoli
Nato a Napoli, nel 2013 si diploma in recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Comincia la professione lavorando con Ricky Tognazzi, I Manetti Bros, Jan Michelini, Luca Manfredi in alcune fiction italiane. In teatro collabora con alcuni registi tra cui Alessio Pitzech, Vito Mancusi, David Warren, Roberto Cavosi. Continua la sua formazione presso la Scuola Europea per l’arte dell’attore a San Miniato. Nel 2014 entra a far parte della Scuola di perfezionamento per attori del Teatro Argentina e va in scena con “L’esposizione Universale”, di Squarzina, regia di P. Maccarinelli e con “Forme”, di Riccardo Caporossi.
Approda al cinema nel film di Ciro De Caro, “Acqua di Marzo”, di cui è protagonista.
Nel 2016, lavora con il Teatro Eliseo e quello d’Abruzzo in ‘China Doll’, di David Mamet, con la regia di Alessandro D’Alatri, al fianco di Eros Pagni.
Nello stesso anno riceve una nomination come Miglior attore emergente alle Maschere del Teatro Italiano.

Edoardo Sorgente
Studia come attore presso il Laboratorio Permanente del Teatro Elicantropo di Napoli diretto Carlo Cerciello nel triennio 2010-2013, poi alla Civica Scuola Paolo Grassi di Milano, dove si diploma nel 2017. Partecipa ai laboratori diretti da Anton Milenin, Maurizio Schmidt, Paolo Sassanelli, Aurelio Gatti, Maria Consagra, Kuniaki Ida.
Lavora in tv in Gomorra 3, di
Francesca Comencini e Claudio Cupellini, e in È arrivata la felicità, di Francesco Vicario. È il protagonista maschile dello spettacolo Racconto d’Inverno, di W. Shakespeare, e di In Memoria di una signora amica, di Giuseppe Patroni Griffi, entrambi con la regia di Francesco Saponaro.
Tano e l’ora d’aria

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