PRESENTAZIONE DEL DIRETTORE VELIA PAPA

APRI LO SGUARDO, ESPANDI IL COLORE

L’edizione 2016 del Festival, nella proposta di spettacoli e azioni performative, richiama i temi della responsabilità individuale e del rapporto sempre più compromesso tra uomo e natura.
L’immagine, nell’ideazione di Mauro Bubbico e Massimiliano Vitti, intreccia segni e figure animali costruendo una sorta di mandala che rimanda all’inestricabile complessità del mondo naturale, invitandoci a rendere più attento il nostro sguardo.
A pochi giorni dalla giornata mondiale dell’ambiente il Festival apre la sezione di Polverigi con uno spettacolo per uomini e animali di David Weber-Krebs che cita l’indimenticabile “Au Hasard Balthazar” di Bresson in cui le vicissitudini umane vengono attraversate dall’asino, vero protagonista del film, vittima incolpevole dell’incuranza degli uomini. Nello spettacolo i danzatori/performer non cercano di addomesticare gli asini, rendendoli funzionali alle loro azioni, ma provano piuttosto a sintonizzarsi sui ritmi animali, costruendo, nello spazio della scena, una compresenza il più possibile armonica. Un rovesciamento di prospettiva per ripensare il nostro rapporto con la natura senza tentare di antropomorfizzarla, ma cercando di ricomporre una convivenza tra uomo e ambiente rispettosa e non distruttiva. La sezione di Ancona apre invece con Jaguar di Marlene Monteiro Freitas, un bestiario umano di esseri soggetti a mutazioni fisiche e comportamentali che si impadroniscono ironicamente degli umani. La stessa traccia di divertimento percorre anche Pesadilla di Piergiorgio Milano in cui gli stressati personaggi sono alle prese con una natura artificiale e sovradimensionata.
Mentre nel feroce e disincantato spettacolo dei catalani di El Conde de Torrefiel, in una serie di quadri densi di riferimenti e suggestioni, una natura immanente e imperturbabile prevale sulla caducità umana e sulle conseguenze nefaste della sua azione scomposta. Di fronte alle grandi questioni che invadono costantemente il nostro quotidiano non possiamo evitare di porci delle domande sulla responsabilità individuale e collettiva. Sui temi della democrazia, della politica, dell’economia ruotano diverse proposte, alcune delle quali presentano formati performativi originali che chiamano in causa direttamente gli spettatori invitandoli a prendere in mano le redini dell’azione. È il caso della compagnia tedesca Rimini Protokoll con Europa a domicilio, una sorta di gioco che coinvolge un numero limitato di partecipanti nel contesto di un appartamento privato. Come possono individui che non si conoscono tra loro sviluppare insieme responsabilità e senso di appartenenza europea? Esistono questioni su cui possiamo essere tutti d’accordo? Domande che ci invitano a riflettere su come oggi l’azione politica passi attraverso la conoscenza reciproca, la condivisione, il gesto quotidiano.
Europa a domicilio non termina con il Festival ma i risultati di ogni performance, presentata in centinaia di abitazioni attraverso diversi Paesi europei, entrano a far parte di una grande comunità virtuale che prende vita su un sito web appositamente dedicato dove è possibile rintracciare le convinzioni, le abitudini, i comportamenti di tutti i partecipanti.
L’intraducibile gioco di parole Verein zur Aufhebung des Notwendigen dell’artista svizzero Christophe Meierhans propone invece un invito a cena in cui i commensali/spettatori sono chiamati a partecipare alla preparazione di un banchetto che si trasforma in una grande prova di responsabilità di fronte alle scelte apparentemente innocue che ciascuno di noi fa quotidianamente nella più ordinaria delle nostre azioni: la preparazione di un pasto.
L’intreccio tra potere politico ed economia è invece il tema di Tijuana in cui il protagonista, Gabino Rodriguez, attraverso la sua personale esperienza nei panni di operaio sottopagato, racconta cosa significa democrazia in un Paese come il Messico. Apre uno squarcio di energia positiva Happy di Reckless Sleepers, un’azione in puro stile happening che ci invita a far esplodere il colore nella nostra vita opponendoci alla violenza del nero e alla uniformità del grigio. L’edizione del Festival non manca di proporre, come di consueto, una nutrita sezione dedicata alla nuova danza italiana con le ultime creazioni di giovani coreografi ormai ospiti fissi di molti Festival italiani ed europei: Caterina Basso con Un minimo distacco, Francesca Foscarini con Vocazione all’Asimmetria, Salvo Lombardo con Casual Bystanders. La ricerca di un nuovo rapporto partecipativo con il pubblico e di nuove modalità di rappresentazione attraversa anche il mondo della danza come nell’ultimo lavoro di Marco D’Agostin: L’Isola di Bouvet, di Glen Çaçi: Tutorial, di Simona Lisi: Bring me your dress. La stessa tensione verso la ricerca di nuove modalità di rapporto con il pubblico si ritrova anche in Stanza #4 del collettivo artistico Le Stanze Segrete di S., che propone un originale viaggio attraverso i meccanismi della percezione sensoriale. Guest star della sezione di danza il coreografo francese di origine algerina, Kader Attou, anche direttore del Centro Coreografico de la Rochelle, con l’acrobatico, nostalgico, poetico The Roots. Complessivamente l’edizione 2016 del Festival presenta, negli spazi di Ancona e Polverigi, 16 titoli di cui 3 sono direttamente prodotti, 4 sono frutto di residenze creative presso la sede di Villa Nappi, per un totale di 53 recite in cui sono coinvolti quasi 60 artisti.

Velia Papa
Direttore Marche Teatro