LABORATORIO INTENSIVO CLOWN-BUTOH

Villa Nappi, Polverigi, dal 3 al 5 febbraio. Aperte le iscrizioni!

Laboratorio intensivo “Un certo clown”

Due moduli nel week-end

presso Villa Nappi- Inteatro Polverigi (AN)

Primo modulo/ Dal clown sensibile a Beckett

3>5 febbraio, tenuto da Fiora Blasi

– Secondo modulo/ Clown-butoh, come fosse un nome e un cognome

estate 2012 (date da definire), tenuto da Fiora Blasi e Alessandra Cristiani

2 moduli laboratoriali rivolti ad attori, danzatori professionisti e in formazione, ma anche a musicisti e cantanti che abbiano voglia di sperimentarsi nel contesto delle arti performative. Numero massimo di partecipanti 9.  Inviare una breve lettera di presentazione entro il 27 gennaio a comunicazione@inteatro.it, per la partecipazione al primo modulo (3>5 febbraio 2012).

E’ possibile partecipare ad un solo laboratorio, chi fosse interessato ad entrambi avrà agevolazioni e priorità d’iscrizione sul secondo, permettendo così un approfondimento sul clown, universo poco praticato nella formazione in Italia. Mettere a confronto il clown con la scrittura di Beckett e la danza butoh è un modo di uscire da facili stereotipi e di utilizzare il tempo del laboratorio per entrare in un lavoro esplorativo ed aprirsi concretamente a domande.

Per maggiori info svolgimento, costi e possibilità di alloggio presso la foresteria di Villa Nappi, chiamare Inteatro al numero 071- 9090007 o scrivere a comunicazione@inteatro.it

Per maggiori info sul contenuto del laboratorio scrivere a fiorabi@libero.it

PRIMO MODULO

Dal clown a Beckett

“La ricerca del proprio clown è innanzitutto la ricerca del proprio ridicolo, l’attore non deve entrare in un personaggio prestabilito ma è chiamato a scoprire in lui la parte clownesca che lo abita… Non si fa il clown lo si è” (J. Lecoq)

Nel tempo di un laboratorio è preferibile sensibilizzare a un luogo creativo, aprire una via d’accesso, in questo caso alla SCOPERTA del proprio clown. Lo studio tecnico sarà quindi subordinato a un lavoro sulle emozioni e sulla condizione di totale disponibilità che è necessario attraversare.

Ognuno ha un proprio clown, un proprio humor, quella parte di sé che spesso siamo abituati a nascondere ma che altrettanto spesso, in modo imprevedibile, si manifesta, ci salva! Talvolta è una sorta di zavorra interna che scalpita, punta i piedi, in modo infantile e ostinato proprio quando siamo chiamati all’efficenza, quando bisogna far bene, essere insomma forti, belli e bravi… Altre volte però ‘la’ si può trasformare con intelligenza in un ancora di salvezza, grazie alla possibilità di ridere di noi stessi e di dire sotto sotto io sono così: “un impreparato essere umano…”

 

Ci sono tanti tipi di attori, tanti modi di vivere la scena, ma di certo la simpatia, l’empatia, una forma di attrazione che va suscitata nel pubblico, anche quando s’interpreta il ruolo più crudele per essere in qualche modo amati, è una delle poche regole da cui non si può prescindere. Al di là del proprio percorso, l’arte del clown ci aiuta ad allenare una qualità di presenza aperta, amorevole, dubitativa, empatica; un ‘sè’ scenico che si dona e che il pubblica abbia voglia di guardare ed ascoltare.

Gli attori scelti da Beckett erano spesso anche acrobati, musicisti, clown, che venivano imprigionati in quadri e immobilità, gesti e forme per liberarne l’esprit. Nel suo teatro l’attore deve dire prima che interpretare, deve essere corpo, forma, materia e anima in una sorta di mimesi con l’ambiente e le atmosfere in cui si ritrova letteralmente immerso. La scrittura di Beckett sa che il clown non è una figura consolatoria, ma che nella sua naivité esprime un punto di vista critico e filosofico sull’esistere, talvolta crudele. Partendo da queste riflessioni verrà affrontato il lavoro su alcuni testi di Beckett.

Nel comico quanto più la situazione è assurda e paradossale tanto più la profondità delle emozioni e la qualità della presenza devono portare un livello di verità se si vuole quasi psicologico. La recitazione comica per avere valore deve essere credibile, vera, umana. Basti pensare ai grandi clown del cinema, Keaton, Charlot, Tati, al quale il lavoro sul clown sensibile si rifa più che a quelli del circo. Proprio questo livello di verità salva il clown ‘dall’estinzione’ e da codificazioni sterili, da fraintendimenti e usurpazioni nei quali spesso cade (‘grimasses’, ‘deguiesements,’ vocine infantili e posticce ecc…).

Clicca qui per il download

della presentazione in .PDF

Fiora Blasi:

Teatro: Si trasferisce in Francia dove approfondisce il lavoro sul clown teatrale e segue seminari degli attori di P. Brook J. P. Denizon e Yoshi Oida, con i quali affronta lo studio di testi classici. In seguito a questi diversi percorsi si diploma all’ l’Ecole International de Théâtre Jacques Lecoq di Parigi (2000). Negli anni si avvicina al teatro di marionette e alla danza seguendo seminari con Philippe Genty (Atelier Carolyn Carlson, Parigi), Raffaella Giordano, Giorgio Rossi (Sosta Palmizi, Cortona e Lucignano) e Emma Dante (l’Arboreto, Mondaino). Studia con Danio Manfredini e Lucia Calamaro. Ha collaborato come attrice con le compagnie Triangolo Scaleno Teatro, Psicopompo teatro (Roma) e Oht (Dro; Inteatro- Polverigi). Conduce laboratori di teatro, in particolare sul clown teatrale. Continua il suo lavoro di attrice-autrice fra l’Italia e la Francia collaborando con Du Zieu dans le Blue

(Marsiglia). Recentemente dà vita al progetto Blutopia e ha lavorato come attrice per la compagnia Fattore K di G. Barberio Corsetti (Roma).

Pratiche corperee: metodo Feldenkrais con Sabine Pfeffer (Accord Mobile, Parigi ’96-’98). asthanga yoga presso lo I.A.L.S.e au centre Uma di parigi (’96-’00); Qui kong vietnamita (’09-’11) e il trattamento del cuore con Thomas Peterson (’10-’11).

INFO su orari di svolgimento e costi:

 

 

 

 

 

Inteatro

Villa Nappi – Via Marconi 77

60020 Polverigi (An – Italy)

T. +39 071 9090007

F. +39 071 906326

comunicazione@inteatro.it

www.inteatro.it

 

 

 

 

 

 

 

 

INFO su orari di svolgimento e costi:

Inteatro

Villa Nappi – Via Marconi 77

60020 Polverigi (An – Italy)

T. +39 071 9090007

F. +39 071 906326

comunicazione@inteatro.it

www.inteatro.it

 

 

 

 

 

 

 

Villa Nappi, Polverigi, dal 3 al 5 febbraio. Aperte le iscrizioni!

Laboratorio intensivo “Un certo clown”

Due moduli nel week-end

presso Villa Nappi- Inteatro Polverigi (AN)

Primo modulo/ Dal clown sensibile a Beckett

3>5 febbraio, tenuto da Fiora Blasi

– Secondo modulo/ Clown-butoh, come fosse un nome e un cognome

estate 2012 (date da definire), tenuto da Fiora Blasi e Alessandra Cristiani

2 moduli laboratoriali rivolti ad attori, danzatori professionisti e in formazione, ma anche a musicisti e cantanti che abbiano voglia di sperimentarsi nel contesto delle arti performative. Numero massimo di partecipanti 9.  Inviare una breve lettera di presentazione entro il 27 gennaio a comunicazione@inteatro.it, per la partecipazione al primo modulo (3>5 febbraio 2012).

E’ possibile partecipare ad un solo laboratorio, chi fosse interessato ad entrambi avrà agevolazioni e priorità d’iscrizione sul secondo, permettendo così un approfondimento sul clown, universo poco praticato nella formazione in Italia. Mettere a confronto il clown con la scrittura di Beckett e la danza butoh è un modo di uscire da facili stereotipi e di utilizzare il tempo del laboratorio per entrare in un lavoro esplorativo ed aprirsi concretamente a domande.

Per maggiori info svolgimento, costi e possibilità di alloggio presso la foresteria di Villa Nappi, chiamare Inteatro al numero 071- 9090007 o scrivere a comunicazione@inteatro.it

Per maggiori info sul contenuto del laboratorio scrivere a fiorabi@libero.it

PRIMO MODULO

Dal clown a Beckett

“La ricerca del proprio clown è innanzitutto la ricerca del proprio ridicolo, l’attore non deve entrare in un personaggio prestabilito ma è chiamato a scoprire in lui la parte clownesca che lo abita… Non si fa il clown lo si è” (J. Lecoq)

Nel tempo di un laboratorio è preferibile sensibilizzare a un luogo creativo, aprire una via d’accesso, in questo caso alla SCOPERTA del proprio clown. Lo studio tecnico sarà quindi subordinato a un lavoro sulle emozioni e sulla condizione di totale disponibilità che è necessario attraversare.

Ognuno ha un proprio clown, un proprio humor, quella parte di sé che spesso siamo abituati a nascondere ma che altrettanto spesso, in modo imprevedibile, si manifesta, ci salva! Talvolta è una sorta di zavorra interna che scalpita, punta i piedi, in modo infantile e ostinato proprio quando siamo chiamati all’efficenza, quando bisogna far bene, essere insomma forti, belli e bravi… Altre volte però ‘la’ si può trasformare con intelligenza in un ancora di salvezza, grazie alla possibilità di ridere di noi stessi e di dire sotto sotto io sono così: “un impreparato essere umano…”

 

Ci sono tanti tipi di attori, tanti modi di vivere la scena, ma di certo la simpatia, l’empatia, una forma di attrazione che va suscitata nel pubblico, anche quando s’interpreta il ruolo più crudele per essere in qualche modo amati, è una delle poche regole da cui non si può prescindere. Al di là del proprio percorso, l’arte del clown ci aiuta ad allenare una qualità di presenza aperta, amorevole, dubitativa, empatica; un ‘sè’ scenico che si dona e che il pubblica abbia voglia di guardare ed ascoltare.

Gli attori scelti da Beckett erano spesso anche acrobati, musicisti, clown, che venivano imprigionati in quadri e immobilità, gesti e forme per liberarne l’esprit. Nel suo teatro l’attore deve dire prima che interpretare, deve essere corpo, forma, materia e anima in una sorta di mimesi con l’ambiente e le atmosfere in cui si ritrova letteralmente immerso. La scrittura di Beckett sa che il clown non è una figura consolatoria, ma che nella sua naivité esprime un punto di vista critico e filosofico sull’esistere, talvolta crudele. Partendo da queste riflessioni verrà affrontato il lavoro su alcuni testi di Beckett.

Nel comico quanto più la situazione è assurda e paradossale tanto più la profondità delle emozioni e la qualità della presenza devono portare un livello di verità se si vuole quasi psicologico. La recitazione comica per avere valore deve essere credibile, vera, umana. Basti pensare ai grandi clown del cinema, Keaton, Charlot, Tati, al quale il lavoro sul clown sensibile si rifa più che a quelli del circo. Proprio questo livello di verità salva il clown ‘dall’estinzione’ e da codificazioni sterili, da fraintendimenti e usurpazioni nei quali spesso cade (‘grimasses’, ‘deguiesements,’ vocine infantili e posticce ecc…).

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Fiora Blasi:

Teatro: Si trasferisce in Francia dove approfondisce il lavoro sul clown teatrale e segue seminari degli attori di P. Brook J. P. Denizon e Yoshi Oida, con i quali affronta lo studio di testi classici. In seguito a questi diversi percorsi si diploma all’ l’Ecole International de Théâtre Jacques Lecoq di Parigi (2000). Negli anni si avvicina al teatro di marionette e alla danza seguendo seminari con Philippe Genty (Atelier Carolyn Carlson, Parigi), Raffaella Giordano, Giorgio Rossi (Sosta Palmizi, Cortona e Lucignano) e Emma Dante (l’Arboreto, Mondaino). Studia con Danio Manfredini e Lucia Calamaro. Ha collaborato come attrice con le compagnie Triangolo Scaleno Teatro, Psicopompo teatro (Roma) e Oht (Dro; Inteatro- Polverigi). Conduce laboratori di teatro, in particolare sul clown teatrale. Continua il suo lavoro di attrice-autrice fra l’Italia e la Francia collaborando con Du Zieu dans le Blue

(Marsiglia). Recentemente dà vita al progetto Blutopia e ha lavorato come attrice per la compagnia Fattore K di G. Barberio Corsetti (Roma).

Pratiche corperee: metodo Feldenkrais con Sabine Pfeffer (Accord Mobile, Parigi ’96-’98). asthanga yoga presso lo I.A.L.S.e au centre Uma di parigi (’96-’00); Qui kong vietnamita (’09-’11) e il trattamento del cuore con Thomas Peterson (’10-’11).

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